Poi dovrei riscriverlo ancora una volta perché non si creda che i classici vanno letti perché “servono” a qualcosa. La sola ragione che si può addurre è che leggere i classici è meglio che non leggere i classici.
E se qualcuno obietta che non vale la pena di far tanta fatica, citerò Cioran[1] (non un classico, almeno per ora, ma un pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia): "Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate[2] stava imparando un’aria sul flauto. 'A cosa ti servirà?' gli fu chiesto. 'A sapere quest’aria prima di morire' ".
[1] E. Cioran (1911-1995): filosofo originario della Romania che si trasferì e visse in Francia dal 1937.
[2] Socrate (V sec. a.C.): pensatore nato e vissuto ad Atene; in seguito all’accusa di aver corrotto molti giovani con la sua filosofia, fu condannato a morte dai suoi stessi concittadini, che gli ordinarono di bere la cicuta, un veleno letale.
[Da Italo Calvino, Perchè leggere i classici]
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